Le storie

Alessandra

32 anni, diagnosi a 31

Mi sentivo spesso sopraffatta dallo scorrere troppo rapido del tempo, dall’ansia, dalla paura e dalle aspettative mie e di chi avevo intorno. Ero un bersaglio facile per un male subdolo come il cancro. Quando ho ricevuto la diagnosi non vedevo l’ora di liberarmi di quel mostro. Dopo l’operazione, quando ho iniziato le terapie, mi sono sentita privata della femminilità e dei progetti che fino ad allora avevo cercato di realizzare.

Da allora, in un misto di incredulità e determinazione, ho iniziato a vivere dentro a una bolla. In questa dimensione mi sono riavvicinata a Dio: è avvenuto in un momento preciso, quando alla fine di una funzione nella mia chiesa evangelica, il pastore, una donna brasiliana che non conosceva né me né la mia famiglia, ha detto che la ragione per cui eravamo lì quel giorno era “la nostra guarigione”.

In quel momento ho sentito la presenza di Dio che da allora continua ad accompagnarmi. Sono infinitamente grata anche all’amore del mio cane Ciok, da tredici anni al mio fianco, che mi ha dimostrato cosa sia la pazienza e la comprensione ogni volta che non avevo forza sufficiente per portarlo fuori o giocare con lui.
 Prima della malattia non riuscivo a chiedere aiuto, adesso ho imparato a farlo. 


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Date: Aprile 20, 2018
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